Sommario
- Career Coaching: introduzione e indicazioni sulla figura del career coach
- Cos’è il Career Coaching (e perché è importante)
- Il Career Coaching: la storia
- Differenze fra il counseling ed il career coaching
- Terminologia del Career Coaching
- Quanto costa il career coaching?
- Come trovare il career coach perfetto per te
- il career coaching quanto costa?
- Qualità o livello del career coach
- Career Coaching: le metodologie
- Come trovare le risposte ai dubbi sul career coaching
- Dalle parole ai fatti: prova il career coaching
- Prova ora il Career Coaching perfetto per te
Career Coaching: introduzione e indicazioni sulla figura del career coach
Il Career coaching, mi serve davvero?
Se non sei pienamente soddisfatto del tuo sviluppo di carriera hai bisogno di un career coach.
Il tuo problema è la mancanza di un lavoro, oppure non sei soddisfatto del tuo progetto professionale, o desideri crescere professionalmente?
La soluzione è il career coaching, o consulenza di carriera.
Occorre affidarsi al giusto career coach (o consulente di carriera) ed intraprendere con lui un percorso di career coaching che porterà dritti all’obiettivo.
In questa guida troverai :
- una descrizione completa del career coaching e della figura del career coach
- una base di valutazione preliminare per comprendere se è il momento di progettare e costruire un percorso di career coaching
- una sezione dedicata alla tipologia dei servizi di career coaching
- una sezione per selezionare il migliore career coach
- suggerimenti utili e pratici per sviluppare le proprie competenze e la propria carriera: il supporto di coach professionisti può essere decisivo per cambiare occupazione e per competere sul mercato del lavoro .
Ci sono elementi che vengono trascurati nell’approccio al mondo del lavoro.
All’interno del proprio percorso di carriera o del proprio progetto professionale, riteniamo che i punti di forza che ci differenziano dalle altre persone siano soltanto quelli legati alle competenze più tecniche e specialistiche.
Dopo aver mancato di cogliere qualche opportunità di lavoro si comprende che per convincere i datori di lavoro ad assumerci o ad aumentarci lo stipendio occorre sviluppare anche diverse soft skills.
Con il career coach lavorerai per sviluppare le capacità di costruire una efficace relazione interpersonale, o dal migliorare la capacità di ascolto o affinare la leadership e la resistenza allo stress ed imparerai a comunicarle in modo chiaro ed efficace quelli che sono i tuoi punti di forza.
Cos’è il Career Coaching (e perché è importante)
Il coaching è una delle occupazioni più antiche del mondo.
Coaching, insegnamento, tutoraggio, genitorialità e così via riguardano una condivisione delle conoscenze per migliorare la qualità della vita per un altra persona.
Tutti gli atleti di successo hanno allenatori. La maggior parte degli acclamati attori e attrici si servono di coach per gli aspetti artistici e/o di marketing (agenti, ma in pratica quelli bravi fanno coaching). Non è insolito per un golfista dilettante che cerca di abbattere il suo handicap od un appassionato di tennis che aspira a migliorare il suo livello di gioco assumere un allenatore professionista, che magari chiamano “maestro”.
E oggi, sempre più “lavoratori” si rivolgono a career coach professionisti per essere aiutati a raggiungere i propri obiettivi di carriera ed a sviluppare un percorso professionale coerente con le ambizioni.
La parola “carriera” deriva dalla parola latina “carrus” che significa carro; strada; percorso o configurato in senso competitivo pista.
Per molti aspetti, la propria carriera è la pista per una delle più grandi corse della vita: una corsa per premi che sono: importanza, soddisfazione personale, ricompensa finanziaria e gratificazione creativa. Tuttavia, per troppe persone questa è una gara dolorosa e insoddisfacente, spesso quando l’aspettativa si concentra sul cambiare lavoro.
Man mano che sempre più persone cominciavano a rendersi conto che si stavano accontentando di meno di quello che potevano essere, l’idea di un percorso di career coaching iniziò a svilupparsi.
In sostanza, un career coach è un allenatore che aiuta le persone a crescere e prosperare nella corsa per un appagante percorso professionale, economico e personale.
Il Career Coaching: la storia
Ecco uno sguardo sulla storia dell’evoluzione del career coaching
1907
Il settore del supporto alla propria carriera professionale è relativamente nuovo. Sebbene sia stata introdotto formalmente negli anni ’90, la sua evoluzione può essere fatta risalire al 1907, quando Frank Parsons sviluppò per la prima volta l’idea che possiamo insegnare ad abbinare le persone a lavori specifici nel suo lavoro “Scegliere una vocazione”.
1921
John Mills di Western Electric ha sviluppato l’idea che la carriera è “l’espressione della propria personalità” e da questo sviluppa la scomposizione dei meccanismi che regolano il funzionamento della personalità in quattro categorie: idee, persone, cose e dati/informazioni.
1929
All’inizio della Grande Depressione nacque il concetto di coaching di gruppo in cui chi era alla ricerca del lavoro poteva riunirsi e sviluppare strategie di ricerca di opportunità e condividere idee e “storie di guerra”.
Uno dei primi gruppi del suo genere era conosciuto come il Thursday Night Club, fondato da Carl Boll nel tentativo di assistere i laureati della Harvard Business School. Nel 1935 il gruppo più grande del suo genere, Man Marketing Clinic, fu formato da Sidney Edlund e servì più di mezzo milione di persone tra il 1935 e il 1955.
1933
Boll lancio il messaggio: “Tu sei uno su cento”, intendendo chiaramente che chi cerca lavoro deve essere proattivo nel “vendersi” a un datore di lavoro. Boll fu il primo a riconoscere che la ricerca di lavoro doveva seguire le logiche del marketing.
1936
Harper and Brothers Publishing diede alle stampe il primo vero libro sulla ricerca di lavoro in America intitolato “Your Work Abilities: How to Express and Apply Them Through Man Power Specifications”, di AW Rahn. Ha trattato argomenti che includono tecniche autodirette di ricerca di lavoro, la stesura di una biografia di lavoro (il curriculum) e l’uso di strategie multiple, incluso lo sviluppo di contatti.
1938
Viene pubblicato il più antico libro sulla ricerca di lavoro ancora in commercio “Pick Your Job — And Land It!” di Sidney e Mary Edlund.
1939
Il governo USA pubblica la Directory of Occupational Titles (DOT) con 17.500 titoli di lavoro / classificazioni.
1946
La prima società di consulenza sullo sviluppo di carriera come intendiamo oggi viene fondata da Bernard Haldane di Bernard Haldane & Associates. È ancora attivo nel settore ed è considerato il più vecchio pioniere vivente nel career coaching / consulenza professionale.
Anni ’60
Il mercato ha visto circolare più di una decina di pubblicazioni sui temi della ricerca di lavoro e sullo sviluppo di carriera da parte di un piccolo numero di autori. Sono concentrati principalmente su curriculum, colloqui e trattative salariali.
1966
John Holland pubblica il suo lavoro, “The Psychology of Vocational Choice: A Theory of Personality Types and Model Environments” (La psicologia della scelta professionale: una teoria dei tipi di personalità e ambienti modello), un libro di riferimento per il suo tempo.
Questo diede il via allo studio delle sfaccettature della personalità collegate al successo in determinate mansioni.
1969
La creazione di un’agenzia di lavoro senza scopo di lucro per aiutare dipendenti e datori di lavoro a trovarsi l’un l’altro è stata sviluppata da Tom Jackson, da qui il processo di servizi di outplacement. La sua prima azienda, Opportunities Unlimited, era un’organizzazione specializzata nell’aiutare i dipendenti licenziati a riprendere un proprio percorso nel modo del lavoro.
1970
La stampa del libro di ricerca di lavoro numero uno di tutti i tempi, “What Color is Your Parachute?”, Di Dick Bolles, divenne un successo. Bolles, un religioso, in primo luogo ha sviluppato il suo lavoro per aiutare i membri disoccupati della sua congregazione.
1990
La prima associazione professionale per il career coaching e per career coach professionisti viene formata da Frank Fox e Jay Block nel 1990. Dalla metà degli anni ’90, un certo numero di altre associazioni sono nate per servire l’industria del supporto professionale alla carriera.
1995 – presente
Nascono programmi di certificazione e accreditamento su vari argomenti: certificazioni per il curriculum vitae e per i colloqui di lavoro come base, ma l’attività si estende fino a coprire, con un percorso di career coaching, tutti gli aspetti dell’individuo, il suo progetto professionale, i punti di forza, che influenzano la vita professionale e l’evoluzione della propria carriera.
Il career coach in Italia?
Se includiamo nel discorso il concetto di sviluppo di carriera la situazione è meno distante dagli Stati Uniti. Molti concetti che abbiamo visto nella timeline precedente infatti sono arrivati anche da noi seguendo in parallelo gli sviluppi economici del paese.
Servizi come l’outplacement ci sono da 30 anni e più, lo stesso dicasi per le forme classiche di ricerca e selezione del personale, mentre il career coaching nella sua accezione più pura e professionale forse deve ancora affacciarsi del tutto.
In alcuni casi si è sovrapposta una attività di counseling (consulenza) o una serie di iniziative auto-motivazionali focalizzati sui propri obiettivi ma senza una correlazione diretta col mondo del lavoro.
Cose utili, anche molto, ma che non sono caratteristiche di un buon career coach e producono impatti e risultati molto diversi.
Le prime attività riconducibili al career coach riguardano le attività di base legate alla ricerca del lavoro (come scrivere il curriculum efficace, come superare un colloquio di lavoro….).
Queste fanno parte del bagaglio del career coach, ma non possono essere le sole. Ragionando per metafore è come portare la propria auto in una officina autorizzata e scoprire che il tecnico è solo un elettrauto e non sa nulla di trasmissione, valvole e cilindri.
Career Coach vs. Navigator: una storia italiana
La conferma più eclatante di quanto poco sia compreso il ruolo del career coach in Italia arriva dalla figura del Navigator connesso al Reddito di Cittadinanza.
Non è mia intenzione fare politica, ma alcune osservazioni penso che possano essere universalmente condivise.
- E’ perlomeno accertato che per trovare lavoro serve aiuto
- E’ molto singolare che chi deve aiutare altri a trovare lavoro non abbia una minima idea di come farlo se non attraverso un concorso pubblico
- E’ inaccettabile come si considerino insignificanti le competenze fondamentali: conoscenza del tessuto economico, relazioni con l’azienda, fondamenti di organizzazione aziendale, conoscenza professionale della ricerca e selezione del personale, capacità di ascolto e di valutazione del potenziale.
Va detto che anche l’orientamento professionale non è mai stato seguito a dovere: ci si è concentrati su aspetti tecnici ed accademici senza legami ed esperienze concrete nel mondo del lavoro.
Ecco che il “Bilancio delle Competenze” viene pesato e valutato senza conoscere tutti i risvolti di quelle competenze specialistiche che potrebbero fare la differenza.
Probabilmente si tende a confondere coaching e counselor, ovvero allenatore e consigliere.
Differenze fra il counseling ed il career coaching
Il career coaching per natura sfida il cliente. Chiarirà cosa vuole il cliente e prende il tempo necessario per scoprire che significa “successo” per lui.
Il career coach aiuta il cliente a chiarire la sua visione, i propri obiettivi ed i passaggi per arrivarci, e aiutandolo a definire un percorso di carriera che lo porti ad una piena realizzazione, sia personale che professionale.
In un percorso di career coaching, un buon career coach può spronare i clienti verso l’acquisizione di competenze che impattano direttamente in modo attivo sugli obiettivi professionali e, inoltre, li incoraggia e supporta ad aumentare la professionalità, la produttività e l’efficacia del proprio progetto professionale.
La International Coach Federation (ICF) definisce il coaching come: “… collaborare con i clienti in un processo stimolante e creativo che li ispira a massimizzare il loro potenziale personale e professionale, che è particolarmente importante nell’ambiente incerto e complesso di oggi.
Il Career coach trasferisce valore al cliente come esperto nella sua vita e nel suo lavoro e crede che ogni cliente sia creativo, intraprendente e completo.”
Sulla base di queste fondamenta, la responsabilità del career coach è:
- Scoprire, chiarire ed allineare ciò che il cliente vuole raggiungere nel proprio percorso
- Incoraggiare l’auto-scoperta del cliente
- Strategie e soluzioni generate dal cliente attraverso la stimolazione
- Tenere il cliente responsabile e monitorato verso i propri obiettivi professionali
Questo processo aiuta i clienti a migliorare drasticamente le loro prospettive sul lavoro e sulla vita, migliorando le loro capacità di leadership e liberando il loro potenziale.
il career coaching
- Focus sul progetto
- Focus sulla Soluzione
- Lavora verso i risultati
- Non dà consigli
- Chiede “Come possiamo cambiare?”
- Il cliente ha le risposte: aiuta a trovare le proprie soluzioni
- Utilizza linguaggio del cliente per ricapitolare parole o frasi importanti
il counseling
- Focus sulle origini
- Focus sulle cause
- Lavora sulle emozioni
- Fornisce consigli e raccomandazioni
- Chiede “Perché dovremmo cambiare?”
- Il consulente ha le risposte: dà diagnosi e trattamento
- Riformulazione di una frase o di un testo usando altre parole
Questo schema è ESTREMAMENTE riduttivo e volutamente schematico, non prendetelo come oro colato.
Mentre è importante notare che queste professioni sono diverse in un certo numero di modi, non c’è motivo di suggerire che uno è migliore dell’altro o che non possono coesistere.
In effetti, ci possono essere alcune occasioni in cui un individuo sente di aver bisogno dei servizi di uno e si rivolge all’altro per servizi più adatti. Inoltre, molti coach erano counselor e molti counselor hanno conoscenza delle pratiche di coaching.
Se devo sbilanciarmi allora dico che per questioni legate alla carriera il career coach è preferibile, mentre se i problemi risiedono nella sfera personale è preferibili un counselor o un terapeuta.
Terminologia del Career Coaching
Non c’è una terminologia specifica da applicare al career coaching specificamente. Quindi niente paroloni zeppi di contenuti misteriosi, può essere utile però chiarire il significato di alcuni termini usati in questa guida.
Career Coach
La traduzione letterale è quella di allenatore di carriera, e, sinceramente è forse la cosa più centrata rispetto a quella che deve essere la missione del coach.
Ma non è un concetto così radicato in Italia, per cui si parla di consulenza di carriera, quindi avremo un consulente che cura il percorso di carriera rispetto a coach professionisti che accompagnano nel percorso di career coaching.
Comunque la si voglia vedere, in questa guida si parla quasi esclusivamente di due figure distinte: chi deve allenarsi e chi lo allena. Quando si parla di coach mi riferisco al professionista esperto che ha la divisa dell’allenatore/coach.
Coachee
Letteralmente è colui che viene allenato. Userò spesso questo temine per praticità e per correttezza al posto di definizioni improprie come “cliente” o “utente” o “allievo”.
Se cliente o utente potrebbe anche sfuggirmi, sicuramente “allievo” non lo troverete.
E’ un aspetto fondamentale nella comprensione della materia: così come il career coach non è mai un insegnante canonico, allo stesso modo il coachee non è un allievo.
Career Coaching: quando e come scegliere
Pur con tutte le variabili possibili si può costruire un percorso di career coaching partendo dalla situazione attuale del protagonista e dalle relative aspirazioni.
Vediamo come partendo dalla situazione occupazionale.
Stai lavorando ?
Le possibili risposte sono le due che vedete sopra.
Seguiamo prima il percorso di chi già sta lavorando e poniamoci ora la domanda successiva
Sei soddisfatto del tuo lavoro attuale?
Anche qui le possibilità sono soltanto due: o si è soddisfatti del proprio percorso e della propria carriera, oppure no (l’analisi va tarata per difetto: se non c’è piena soddisfazione professionale la risposta è no).
Sei soddisfatto della tua carriera?
Qui c’è la prima grande differenza che è legata alla sfera caratteriale e personale del singolo: chi è soddisfatto e granitico nella propria serenità non ha bisogno di un career coach, di nessun tipo e per nessun servizio.
Ed un buon coach per lo sviluppo della carriera dovrebbe rifiutare di proseguire con un potenziale cliente in questo particolare stato.
Se invece è ancora vivo il fuoco dell’ambizione ed è dominante una mentalità orientata alla crescita allora è opportuno fare un check up con un buon coach, magari cercando un servizio di career coaching idoneo.
Non sei soddisfatto della tua carriera e vuoi fare qualcosa. Ma cosa?
Se non ci si sente soddisfatti della propria carriera ci sono due percorsi possibili: cercare di crescere in azienda oppure crescere cambiando azienda.
L’esperienza nel career coaching mi insegna che esiste anche una terza opzione, che è in verità la più diffusa: ovvero chi non è soddisfatto ma non sa cosa fare. In questo blocco rientrano poi casi anche molto diversi.
La soluzione A, ovvero cercare di crescere restando in azienda è l’opzione che presenta i minori rischi, ma anche la minore percentuale di successo. E questa percentuale è condizionata da fattori esterni al singolo:
- il livello superiore a livello gerarchico è vincolato alla proprietà (ovvero occupato da un membro della famiglia proprietaria dell’azienda)
- il tuo responsabile è più giovane di te o tuo coetaneo. Ed è ben consolidato
- l’azienda viene acquisita o acquisisce un’altra azienda
- siete più colleghi sullo stesso livello gerarchico potenzialmente in lizza per sostituire il vostro manager e quindi:
- potresti non essere il prescelto
- potresti non essere quello effettivamente più idoneo
- l’azienda decide di ricercare il nuovo manager dall’esterno
Alcuni di queste situazioni non hanno sbocchi a prescindere, ma altre possono essere indirizzate curando preventivamente la propria carriera.
E’ opportuno un check up come già citato per poi seguire il percorso migliore in funzione di quelli che sono le competenze più rilevanti su cui occorre intervenire. Ad esempio lavorando sulla leadership o con un career coach che sviluppi la capacità negoziale.
La soluzione B, ovvero il decidere di cambiare azienda ha tutti i rischi dovuti all’intraprendere un percorso nuovo, magari uscendo dalla confort zone in cui ci si è sistemati da abbastanza tempo.
Ma è il percorso che ha le maggiori possibilità di successo e di gratificazione immediata. Il principale ostacolo al successo di questa scelta, è l’esperienza di tanti anni a certificarlo, non si trova nella competenze professionali ma nella capacità di affrontare, gestire e superare una selezione del personale di buon livello.
Un buon career coach è in grado di prepararti al meglio nelle attività necessarie alla ricerca del nuovo lavoro:
- lavorando sul curriculum e sul profilo linkedin
- perfezionando la tua abilità nella gestione dei colloqui di lavoro
- orientandoti sulle opportunità professionali più adatte al tuo profilo
- preparandoti per il nuovo ruolo
Per chi si sente compreso nella categoria degli indecisi diventa fondamentale stabilire una connessione con una struttura esperta nel career coaching e nella selezione del personale in modo da confrontarsi e comprendere quale dei percorsi più opportuno seguire.
Non stai lavorando?
Parliamo adesso invece delle altre persone che sono uscite dal mondo del lavoro e che stanno cercando di rientrare e far ripartire un percorso di carriera.
Nello schema ho considerato anche chi non sta cercando lavoro solo da un punto di vista grafico, quindi la discussione solo chi ha la volontà ed il bisogno di sbloccare la propria carriera partendo dalla consapevolezza dei propri punti di forza e delle proprie competenze.
Il primo punto di verifica è dato dall’aspetto temporale, ovvero da quanto tempo si è alla ricerca.
Nello schema sono indicati 30 giorni, ma può essere ragionevole considerare un termini più lungo (45 o, al massimo, 60 giorni) per tirare le prime somme.
La primo punto sta nel capire se il mancato successo deriva da errori commessi o dal non avere fatto nulla di significativo.
I lettori più “attivi” sorrideranno, ma una forma di blocco, davvero simile al blocco creativo dello scrittore, è una patologia abbastanza comune, in particolare fra quei soggetti che hanno perso il lavoro per cause non imputabili al loro operato ed avvenute in modo rapido e tutto sommato imprevisto.
Se poi il lavoro perso è il primo o si era in azienda da 10 o più anni è del tutto normale trovarsi spaesati e vivere con l’umore sulle montagne russe ogni volta che si consulta monster , infojobs, o indeed:al mattino sembra che ci siano centinaia di offerte di lavoro che sembrano scritte per noi, poi quando si passa a rileggerle per candidarsi pare che nessuna possa concederci la minima possibilità.
In questo caso un buon percorso di career coaching partirà da una analisi approfondita con uno sguardo oggettivo e critico alla propria vita professionale per individuare i punti di forza su cui costruire il giusto percorso di carriera, ovvero orientato alle opportunità professionali più coerenti con le proprie aspirazione ed in grado di valorizzare le proprie competenze.
Stai cercando lavoro?
La ricerca di lavoro, specialmente in momenti in cui nel mondo del lavoro troviamo una domanda costantemente in aumento a fronte di offerte di lavoro ridotte, può essere una sfida difficile, e il career coaching può essere davvero risolutivo.
Ed il successo sperato tarda ad arrivare senza riuscire a comprendere bene la vera ragione per cui non andiamo bene per i tanti datori di lavoro contattati.
Un quadro generale è rappresentato in questo video:
Non necessariamente si riscontrano tutti questi problemi assieme, ma un minimo di impatto sequenziale c’è, ma non è poi così elementare come una analisi superficiale farebbe supporre.
Ovviamente se mandi tanti curriculum ma non vieni mai chiamato per un colloquio di selezione poi essere portato a pensare che è il tuo curriculum che è sbagliato.
Ma non si può neppure escludere che sia sbagliato il bersaglio: ovvero che la posizione per cui ci si candida non è realmente coerente con il nostro curriculum.
E se mandiamo curriculum come candidature spontanee o per “iscriverci” a qualche agenzia?
Beh, in questo caso qualche problema nel curriculum c’è sicuramente, ma potrebbe anche essere che la nostra professionalità non abbia mercato nell’area in cui l’agenzia opera.
Quindi la questione non è semplice e quindi il primo grande errore è proprio pensare di semplificarla.
Diventa fondamentale che il career coach professionista che si occupa di consulenza di carriera conosca molto bene il mondo del lavoro e che questa conoscenza venga integrata con una analisi approfondita della vita professionale del soggetto.
Soddisfatto questo requisito si apre una grande gamma di servizi che possono essere acquisiti singolarmente o, se cerchiamo una maggiore efficacia, ci si può orientare su percorsi completi di career coaching che ci seguano prima durante e dopo la ricerca di nuove opportunità di lavoro
Quanto costa il career coaching?
Partiamo dalla premessa che il career coaching non è un prodotto tangibile. Non stiamo parlando del prezzo di un’automobile, ma possiamo utilizzarla come parametro di confronto per capire la grande varietà dell’offerta.
Perché i servizi che vengono classificati nella consulenza di carriera e/o nell’orientamento al lavoro possono essere molto diversi come consistenza, come impatto e come qualità del servizio (per esempio un servizio nominalmente di alto livello ma erogato da un soggetto non qualificato).
Tipologie di servizio e di percorso di career coaching
Riprendendo la metafora dell’automobile di poco fa, nel settore dei servizi di supporto alla carriera è possibile trovare di tutto: si può comprare un automobile, oppure un tagliando in officina, od un servizio di manutenzione programmata, un check-up prima delle ferie, oppure si può comprare solo un pezzo di ricambio e montarselo da soli. Di tutto un po’.
Servizi basici di supporto alla carriera (pezzi di ricambio)
In questa categoria rientrano i supporti di base, ovvero strumenti pronti all’uso in cui non c’è realmente la “mano” diretta di un career coach e nemmeno una reale interazione con il soggetto, per essere chiari: non è career coaching!
Rientrano quindi in questa categoria:
- i modelli di curriculum
- i modelli di lettera di accompagnamento
- le guide ed i manuali (sia in cartaceo che digitale) su come scrivere un curriculum o come superare il colloquio di lavoro
- i consigli più o meno gratuiti che si trovano nei portali di recruiting e in diversi blog
Questi servizi hanno un costo abbastanza basso, diciamo alla portata di tutti. Ma il valore effettivo è tutto da trovare, e, soprattutto, mi ripeto, non vanno confusi con il career coaching.
Paradossalmente alcuni di questi “ricambi” hanno un valore nelle situazioni in cui la competitività è spinta perché ci si confronta con altre persone che hanno in comune gli stessi punti di forza ed un bagaglio comparabile delle proprie competenze. Ecco quindi che il micro dettaglio può fare la differenza ed anche un curriculum particolare ma azzeccato porta quel piccolo vantaggio che, alla fine, porta a vincere la selezione.
In Italia si trova abbastanza materiale sia in libreria che sul web, ma il mercato anglosassone resta molto avanti da questo punto di vista e ci sono alcuni soggetti che propongono pacchetti di buon livello (a condizione di saperli usare adeguatamente) che, in casi molto particolari ho avuto modo di utilizzare anche io per alcuni clienti.
Visual CV: consente di creare direttamente il curriculum passo passo oppure di scegliere tra diversi modelli. Il Builder non prevede la lingua italiana, ma si può scegliere fra inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, cinese, russo, arabo e turco. (il fatto che non ci sia l’italiano visto che l’azienda è canadese, mi ha sempre fatto pensare…)
Enhancv: consente la creazione di curriculum con un alto livello di personalizzazione e con riferimenti precisi in funzione del tipo di azienda e del tipo di mansione per cui ci si candida. E’ uno strumento di alto livello, ed è anche in Italiano. Ma costa: da $19,99 a $10,99 mensili in funzione del tipo di fatturazione. Volendo c’è la prova gratuita di 7 giorni, se guidati si può approfittarne.
Una piccola curiosità su questa azienda. Anni fa misero come immagine di riferimento il curriculum di Melissa Mayer (è ancora nella home page) CEO di Yahoo. Beh, in rete fiorirono post sui social sul fatto che una che guidava una grande azienda avesse il curriculum di una sola pagina (esempio)
Servizi standard per il supporto alla carriera (tagliandi in officina)
In questa tipologia di servizi inizia a vedersi l’intervento di un career coach o consulente di carriera.
Rispetto alla categoria precedente questi interventi sono mirati a risolvere problematiche abbastanza precise come quelle che ho indicato nella parte relativa alla ricerca di opportunità di lavoro.
Si trovano infatti soluzioni riguardo al curriculum, ai colloqui di selezione, alle lettere di accompagnamento (elemento dai più trascurato ma che può essere importante come il curriculum) ed alla ricerca di opportunità.
Le fasce di prezzo hanno una discreta variabilità, e così pure il livello qualitativo del servizio. Per quello che mi riguarda considero obbligatori due elementi essenziali:
- una analisi preliminare della vita professionale
- l’intervento di career coach professionisti
Ecco una tabella esemplificativa sullo stessa tipologia di intervento ma con due livelli di coinvolgimento e di professionalità diverse (i link sono attivi per vedere la descrizione dettagliata dei servizi):
Tipologia | Risolta (Career Coaching) | trova-lavoro (job coach) |
Curriculum | Revisione curriculum Base €75 ,00 | Ottimizzazione CV € 25,00 |
Colloquio di selezione | Career Coaching Colloqui selezione € 165,00 | Preparazione al colloquio € 80,00 |
Ricerca Opportunità di lavoro | Ricerca Opportunità (Strategia e Azione) € 149,00 | Ricerca attiva del lavoro (6 mesi) € 90,00 |
Servizio completo di supporto alla carriera (comprarsi l’auto)
Questo tipo di servizio, seguendo il paradigma dell’auto, corrisponde all’acquisto dell’automobile. Ma anche in questo caso le variabili sono tante: si può comprare una city car, o una berlina media, una station wagon, un SUV, un crossover, una supercar. Un’automobile si può comprare nuova oppure d’occasione, full optional o con dotazioni essenziali. E’ un bel rompicapo, infatti si trovano riviste dedicate, siti dedicati e, ovviamente anche diverse app che guidano l’acquisto.
Ovviamente, ogni anno milioni di persone comprano un’automobile, ma, perlomeno in Italia si fatica ad arrivare a mille che usufruiscono di servizi completi di supporto alla carriera. Quelli che richiedono informazioni sono più di dieci volte tanto, poi una parte si orienta su servizi base o standard (prevalentemente legati alla ricerca del lavoro), una parte consistente si spaventa per i costi la quota residua in questo momento sta pensando a cosa fare.
Il servizio completo varia moltissimo in funzione delle caratteristiche del coachee oltre che del career coach.
Per questo motivo è difficile esprimere una quotazione completa al 100%, ma occorre tenere conto che di questi tempi la voce “chiedi una quotazione” equivale a più del 90% di abbandoni in un flusso via web, quindi si è costretti a fornire delle quotazioni che possono essere accettabilmente attendibili.
Il mercato statunitense, che, si è capito, è molto più avanti in questa materia presenta oggi prezzi che variano dai 150 a 1500 dollari in funzione del tipo di coach, ma hanno ambiti di servizio molto chiari e definiti.
Se l’esigenza del coachee non è pienamente compresa si fatturano gli extra e si sale a cifre molto alte. Ad un primo impatto, per chi non è abituato a questo tipo di servizi e non conosce la realtà del mercato del lavoro negli USA, possono sembrare cifre assurde, ma siamo di fronte ad un mercato molto più vasto, molto più competitivo ed anche molto meno solidale.
Questo significa che è relativamente semplice perdere il lavoro, e pur essendoci tante opportunità ci sono anche tanti competitori ben preparati e quindi per cogliere la giusta opportunità di lavoro, probabilmente ben retribuita, ecco che l’utente medio americano è disposto a mettere sul piatto fino al 15/20% della retribuzione annua per vincere la competizione.
In Italia abbiamo un mercato molto più piccolo e relativamente meno remunerato, ma, specialmente negli ultimi anni, la concorrenza è molto forte. Ed ecco che sempre più persone sono aperte a fare un investimento ad alto rendimento sulla propria carriera.
Personalmente nella quotazione di un servizio di career coaching tengo distinte le componenti di servizio “pure” ovvero quelle legate all’acquisizione delle informazioni, della relativa analisi, della definizione della strategia vincente e della formazione/preparazione al coachee, rispetto alle componenti di supporto e di feedback nel corso del tempo.
Le prime che ho elencato possono essere programmate e quantificate, le seconde invece sono variabili sulla base di parametri difficili da prevedere e classificare (non dipendono dal ruolo, o dalle caratteristiche professionali, ma sono condizionate pesantemente dal carattere e dalla personalità del cliente, ed anche dallo stato d’animo con cui sta vivendo il momento).
Per questo nella definizione dei servizi completi ho tenuto conto del costo di “impianto” non quotando il supporto successivo, che “regalo” al cliente non per mecenatismo o complicate scelte, ma come ulteriore stimolo come coach per lavorare sempre ad un livello sopra all’eccellenza pur proponendo servizi ad un prezzo più che accettabile.
Personal Branding
L’importanza del Personal Branding: si parla tanto di Personal Branding, ma ho l’impressione che molti lo stiano considerando come un’attività distante, astratta, qualcosa che può interessare solo le persone già conosciute o solo coloro che hanno molte cose da dire.
Non è così! Il Personal Branding è un concetto che tocca tutti quanti, anche se razionalmente molti non lo colgono, ed è uno degli argomenti in cui col career coaching si può fare la differenza.
Ognuno di noi, quotidianamente sta già facendo personal branding di se stesso, probabilmente in modo inconsapevole, e, per questo motivo lo sta facendo male ottenendo il risultato opposto.
Se si vuole fare personal branding in modo produttivo e non limitandosi ai social media, occorre lavorare per prima cosa in modo consapevole sulla comunicazione più efficace dei propri punti di forza, sul valore assoluto del progetto professionale commisurato con la situazione del mercato del lavoro.
Un percorso di career coaching mirato al personal branding richiede un bagaglio di competenze tipico del consulente di carriera: conoscenza del mercato del lavoro, delle risorse umane, solide basi di organizzazione aziendale unite però a competenze di marketing ed abilità nell’uso professionale dei social media.
Come trovare il career coach perfetto per te
Le dinamiche che portano alla scelta di un career coach sono ancora molto confuse, non esiste tuttora una rilevazione statistica completa e precisa (ed uscirei dalla logica che seguire la massa sia garanzia di qualcosa di buono….), perciò mi baso su dati limitati ma estremamente precisi: la mia esperienza professionale.
Sgombriamo però prima il campo da alcuni punti pericolosi:
il career coaching quanto costa?
Il fattore “prezzo” non dovrebbe mai essere il fattore discriminante in un processo di career coaching.
Un modo corretto di approcciare il career coaching è quello di confrontare i contenuti e poi ragionare sul rapporto qualità prezzo. Statisticamente l’utente che ha ben chiaro cosa sia il career coaching non chiede mai il prezzo ma guarda alle modalità di approccio ed alle strategie di sviluppo.
Mentre l’utente che si avvicina per la prima volta ad un potenziale percorso di career coaching non ha chiaro cosa sta cercando, chiede il costo e se non collima con l’idea che si era fatto del valore del servizio non si interessa minimamente dei dettagli.
Questo è tremendamente sbagliato, e produce danni enormi sia all’utente che al settore: in questo modo molti finiscono per comprare servizi pseudo career coaching low cost e totalmente inutili ed inadatti al soggetto. Soggetto che, non pago, ripete lo stesso identico errore e, alla fine anziché spendere 150 euro nel servizio giusto decide di spendere per 3 volte 60 euro e ritrovarsi al punto di partenza.
E il messaggio che esce è “il career coaching è una bufala, non risolve i problemi e non ti trova il lavoro”.
Invece il problema è nella scarsa ed incorretta informazione iniziale e non in quello che il career coach può aiutarti ad ottenere.
Qualità o livello del career coach
Qualità o livello del career coach: in modo estremamente rozzo ma comprensibile, significa capire quanto il consulente di carriera che abbiamo di fronte è effettivamente in grado di portarci al traguardo.
Ci sono alcuni aspetti fondamentali per definire la “qualità” o il “livello” del career coach:
- Esperienza aziendale: il career coach deve avere alle spalle un buon bagaglio di esperienze aziendali, meglio se in realtà anche diverse fra loro. Questo aiuta a comprendere meglio le sfumature ed i dettagli della carriera professionale del coachee
- Esperienza nella ricerca e selezione del personale e nelle risorse umane: è importante per individuare le migliori strategie e tattiche per arrivare al risultato, chi propone career coaching o consulenza di carriera deve avere un bagaglio di esperienza in questo almeno decennale.
- Networking concreto: le conoscenze ed i contatti, specie se di primo livello, possono aiutare ed agevolare il percorso e, fondamentale, danno termini di raffronto più precisi e concreti. Se ragioniamo con le logiche dei social media allora la base resta l’avere almeno 2500 connessioni Linkedin.
- Il metodo: il career coach può e deve avere un sistema di lavoro. Può e deve essere conformato su di voi, ma devono esserci le basi. Chiedete come intende operare ed avrete una idea chiara.
- “Essere Coach dentro”: tutte le caratteristiche indicate vengono drasticamente sfumate se il career coach non è portato per questo ruolo. Non è sempre scontato che lo sia. Conoscere, sapere come, sapere fare, essere esperti sono cose che si perdono se non si è in grado di trasferirle. Occorre una predisposizione non comune all’ascolto ed una altrettanto solida capacità di coinvolgere, di insegnare senza dare lezioni, di trasmettere e condividere anche l’intangibile
Ecco con queste 5 caratteristiche andate decisamente sul sicuro ed il vostro percorso di career coaching vi darà le soddisfazioni che vi aspettate per la vostra carriera professionale!
Career Coaching: le metodologie
Esistono molte metodologie per fare career coaching, alcune sono, a mio avviso migliori di altre.
Io preferisco utilizzare sistemi che facilitano l’apprendimento rispetto agli schemi in cui l’apprendimento viene diretto unilateralmente dal career coach.
Per questo adotto da sempre due metodologie di base: il modello G.R.O.W. ed il coaching delle prestazioni.
Modelli di career coaching: il modello GROW
Il modello di career coaching GROW – originariamente concepito da Graham Alexander e ulteriormente perfezionato da Sir John Whitmore, è probabilmente uno dei modelli di career coaching più conosciuti e apprezzati al mondo.
A differenza di altri modelli di career coaching, il modello GROW è molto più di una cassetta degli attrezzi collegata a un acronimo. È un approccio, una filosofia che ti aiuta a creare il giusto contesto per aiutare le persone a trasformare il loro potenziale in prestazioni di altissimo livello.
E credo che sia esattamente la ragione del suo successo.
L’importanza delle domande nel career coaching
Un buon career coach pone delle domande piuttosto che raccontare cose. Questo è il modo migliore per coinvolgere mentalmente il coachee. E, appunto, la ricerca del massimo coinvolgimento possibile del cliente ha successo solo facendo le giuste domande. Nella fase di analisi preliminare questo è assolutamente fondamentale. Se si fa un piccolo errore in questa fase ci si ritroverà al termine del percorso molto distanti dall’obiettivo.
“Ma quali domande?” potresti chiederti.
Bene, le domande nel career coaching devono evocare consapevolezza e responsabilità. Le domande a caso non funzioneranno.
Il modello GROW aiuta a scegliere le domande giuste per migliorare le capacità e le prestazioni.
Le domande efficaci possono essere suddivise in due parti:
- Chiedere le giuste domande
- Fare domande nel giusto ordine
Il modello GROW aiuta a fare al meglio entrambe le cose.
Career coaching GROW: spiegazione dell’ acronimo
Applicando lo schema GROW si offre al coach una struttura semplice ma potente. Il modello aiuta a strutturare l’interazione con il coachee. Il modello di career coaching di Whitmore ha 4 passaggi:
- G per GOAL: definire gli obiettivi a breve e lungo termine
- R per REALITY (realtà): esplora la situazione attuale
- O per OPTIONS (opzioni): identificare e valutare diverse strategie di azione
- W per WILL (volontà): cosa farai quando?
La conversazione può iniziare in una qualsiasi delle quattro fasi del modello GROW. Un coachee potrebbe iniziare raccontando qualcosa che desidera raggiungere (obiettivo), un problema corrente (realtà), una nuova idea per migliorare le cose (opzioni) o delineando un piano d’azione (volontà).
Di per sé, l’ordine particolare delle domande non è decisivo: ma è la giusta combinazione di contesto e sequenza, insieme a un sacco di pratica, che rendono un career coach migliore.
Vediamo ora l’applicazione di questo step-by-step
Step 1: gli obiettivi (G come Goals)
La parte più importante della prima fase dell’attività di career coaching consiste nel definire e concordare uno o più obiettivi che il coachee desidera raggiungere.
Idealmente, dovrebbe essere fissato un obiettivo chiaro per la sessione di coaching ed un obiettivo di rendimento a lungo termine. Sia il career coach che il coachee devono sapere e concordare su qual è l’obiettivo della conversazione, anche quando si sta interagendo in modo informale. È importante dare valore e direzione a qualsiasi discussione.
L’impostazione individuale degli obiettivi non è solo una fase cruciale per il coaching delle prestazioni, ma per l’esecuzione della strategia in generale. L’impostazione degli obiettivi è uno degli elementi più ricercati nella scienza organizzativa. Credo che ogni buon coach abbia bisogno di una solida conoscenza dell’argomento che va oltre la base.
Step 2: la situazione reale (R come Reality)
Il criterio più importante per esaminare la situazione attuale è l’obiettività. La maggior parte delle persone pensa di essere obiettiva ma in realtà non lo è. L’obiettività assoluta non esiste. Possiamo avere solo obiettività parziale.
Ci sono molte cose che possono e appannano l’obiettività di career coach e del coachee: opinioni, aspettative, paure e pregiudizi. Ma più miriamo ad essere obiettivi, più lo saremo.
Quindi è la sfida ad avvicinarsi il più possibile alla realtà, minimizzando quante più distorsioni possibili. L’ottimo career coach dovrebbe aiutare il suo coachee a rimuovere il maggior numero possibile di false ipotesi.
E’ davvero importante esplorare la vera natura del problema chiedendo al coachee di descrivere la sua realtà attuale così come la percepisce. Questo è un passo importante. Troppo spesso, le persone cercano di risolvere un problema senza considerare adeguatamente il loro punto di partenza, e, spesso, in questo modo perdono alcune delle informazioni di cui hanno bisogno per risolvere il problema in modo efficace.
Quando si lavora bene già mentre il coachee parla della sua attuale situazione, inizia ad emergere anche la soluzione
Step 3: le opzioni possibili (O come Options)
Una volta che il career coach ed il suo coachee avranno esplorato la situazione attuale, è tempo di esplorare ciò che è possibile, ovvero tutte le potenziali opzioni, comportamenti o decisioni che potrebbero portare alla soluzione giusta.
Occorre incentivare la generazione di una lunga lista. L’obiettivo come career coach durante la fase Opzioni non dovrebbe essere quello di trovare la risposta giusta, ma di aiutare il coachee ad identificare quante più idee e soluzioni possibili. Vanno rimossi tutti gli ostacoli come le preferenze, la fattibilità o il bisogno di completezza che bloccano il processo di brainstorming.
A questo punto del processo, è la parte creativa che fornisce il valore reale.
Quindi, per quanto strano possa sembrare, concentrarsi sulla quantità piuttosto che sulla qualità e sulla fattibilità. È da questo lungo inventario di possibilità creative che verranno scelte le azioni durante la fase successiva.
Step 4: la volontà (W come Will)
Cosa farai? Quando lo farai?
Lo scopo di questa fase finale è trasformare una discussione in una decisione, utilizzando i risultati delle tre precedenti fasi di career coaching.
Esaminando la Realtà corrente ed esplorando le Opzioni, il tuo coachee ora avrà una buona idea di come può raggiungere i suoi obiettivi personali . È grandioso, e sembra semplicissimo, ma senza la capacità di fare partire il processo e di guidare le azioni future, non serve a nulla.
Quindi il career coach deve aiutare il coachee ad assumersi la responsabilità ed impegnarsi per compiere le azioni pianificate nella strategia. Nella strategia si devono massimizzare le possibilità di successo, ma anche esaminare eventuali ostacoli potenziali, discutere modi per superarli, concordare le risorse necessarie ed ipotizzare anche un ulteriore supporto.
Quindi, la quarta fase richiede che il coachee prenda diverse decisioni.
Ricordate che sarà il coachee colui che prende la decisione, anche se quella decisione è di non intraprendere alcuna azione.
Il coachee mantiene sempre il diritto di scelta che gli deriva dal fatto che è sua anche la responsabilità.
Il metodo career coaching delle Prestazioni
L’utilizzo della metodologia GROW per il career coaching è un passo in avanti notevole rispetto a qualunque altra metodologia, però non è la chiave adatta per aprire tutte le porte.
Ci sono situazioni personali o di carriera, più spesso la combinazione delle due cose, per cui questo sistema non è più sufficiente per raggiungere obiettivi diversi. ATTENZIONE: il performance coaching NON è una alternativa al modello GROW, ma è un logico completamento.
Lo utilizzo per gli interventi di career coaching di alto profilo e, soprattutto, per ogni percorso di career coaching in cui il committente è l’azienda e non l’utente direttamente coinvolto.
Personalmente lo colloco come ponte fra i servizi di consulenza aziendale, quelli relativi alle risorse umane e quelli di formazione.
E’ difficile fare comprendere questo tipo di interventi come singoli eventi e vedo che viene più naturale per l’imprenditore o il manager vederli come un continuum di un altro tipo di intervento, e, in alcuni casi, viene considerato parte integrante di un progetto di Personal Branding.
Performance coaching: il career coaching che sviluppa le prestazioni
Storia e definizioni sul career coaching/performance coaching
Ecco un elenco di elementi importanti relativi al career coaching applicato alle prestazioni, o, se preferite, una definizione omnicomprensiva di performance coaching.
- Il coaching delle prestazioni è un campo relativamente nuovo . Sebbene Socrate abbia lanciato alcuni dei principi di base del coaching moderno circa 2000 anni fa, è diventato famoso solo negli ultimi due decenni.
- In questi ultimi 20 anni, il performance coaching ha avuto un aumento vertiginoso della popolarità . L’80% delle organizzazioni britanniche sta investendo in una o più forme di coaching e la Federazione internazionale di coaching sta attirando numeri da record ogni mese.
- Fino ad oggi, non esiste una definizione concordata di performance coaching . Alcune definizioni sono semplicistiche, altre sono proprio fantasiose.
- La mia definizione di coaching di performance preferita è quella di Tim Gallwey , autore di numerosi libri di successo sull’allenamento nello sport, ed è questa: “Il coaching sblocca il potenziale di una persona per massimizzarne la performance. Aiuta ad apprendere piuttosto che insegnare” .
- Attenzione a non mescolare il coaching delle prestazioni con il counseling . Il coaching è legato al lavoro, proattivo e focalizzato su cose coscienti o appena al di sotto della superficie. Il counseling è un tema completamente diverso: non correlato al lavoro, piuttosto reattivo e preoccupato delle convinzioni fondamentali di un individuo. Mischiare le due cose produce più danni che cose buone.
- Nel suo articolo The Very Real Dangers of Executive Coaching ( Harvard Business Review ), Steve Berglas individua i rischi nelle metodologie di alcuni career coach che affrontano più aspetti di psicoterapia con il loro coachee di quanto dovrebbero affrontare lavorando sulla competenza.
- Non commettere lo stesso errore. Se si sospetta che un problema correlato al lavoro abbia origini più profonde, chiamare un professionista con le competenze necessarie. E dovrebbe essere un obbligo di ogni buon career coach indirizzarvi in questo senso
- Il coaching delle prestazioni consiste nello sbloccare potenziali prestazioni future piuttosto che valutare e rivalutare le prestazioni attuali. Si basa sulla convinzione che la persona se vuole può fare un buon lavoro. Se, in fondo, non ci credi, il coaching probabilmente non fa per te.
- Il coaching delle prestazioni non è tanto la trasmissione degli obiettivi individuali delle prestazioni, quanto piuttosto una tecnica per rimuovere le barriere che impediscono alle persone di assumere e conseguire effettivamente i loro obiettivi personali.
- Il coaching delle prestazioni è anche un modo di gestire piuttosto che uno strumento da utilizzare in una varietà di situazioni come la pianificazione, la delega o la risoluzione dei problemi. È un modo diverso di vedere le persone, un modo molto più ottimistico di quanto molti di noi siano abituati, e si traduce in un modo diverso di affrontare queste problematiche.
- Esistono molti metodi di coaching delle prestazioni . Quelli che funzionano hanno un career coach che ti aiuta facilitando l’apprendimento piuttosto che snocciolare lezioni . Le tecniche di intervista e di ascolto attivo sono i mezzi principali per questo.
- La maggior parte delle aziende oggi investe nel coaching per migliorare le prestazioni individuali. Ma sempre più aziende si rendono conto che c’è molto di più da guadagnare se possono raccogliere i benefici individuali per migliorare le prestazioni complessive dell’azienda. Non esiste un unico modo ideale per misurare il ROI del career coaching per le aziende,. ma per il nostro punto di vista, se migliori le prestazioni dei tuoi manager migliorerai in modo sinergico anche le prestazioni complessive dell’azienda.
Performances coaching = Aumento della consapevolezza
La nostra mente può elaborare solo una quantità limitata di informazioni allo stesso tempo. Abbiamo un meccanismo nel nostro cervello che filtra tutti i segnali in arrivo e solo quelli considerati importanti vengono elaborati completamente. Sarebbe impossibile funzionare senza.
Questo processo di selezione avviene automaticamente senza alcuno sforzo cosciente. Non devi fare nulla. Puoi comunque dare al tuo cervello un input migliore ed influenzare l’importanza data ad alcuni input. Essendo consapevoli , o in altre parole, sintonizzando i tuoi sensi e coinvolgendo il tuo cervello, hai il controllo della qualità di input che il tuo cervello riceve e dell’importanza che gli viene conferita.
Quindi, in che modo la consapevolezza riguarda le prestazioni del coaching?
- Il coaching delle prestazioni mira ad aumentare le prestazioni, ovvero l’output.
- L’output aumenta quando c’è un input migliore.
- E l’input migliora appunto grazie alla consapevolezza.
Quindi, quando si riesce ad aiutare il coachee ad aumentare la consapevolezza si inizia in modo equivalente a raccogliere input migliori, aumentando drasticamente la possibilità di un aumento della prestazione.
Come career coach non si può semplicemente dire a qualcuno di diventare consapevole. Spetta al coachee dirigere e coinvolgere il suo cervello attraverso il focus che il coach saprà individuare.
Come? Ponendo le domande giuste si può facilitare questo processo. Quindi, per aumentare la prestazione come career coach si passa obbligatoriamente dal controllare prima il cambiamento nel livello di consapevolezza del proprio assistito. Se i problemi si manifestano a questo livello, è necessario uno sforzo maggiore prima di proseguire.
Perchè serve un career coaching delle prestazioni?
Questo è un paragrafo breve, ma molto importante per coloro che cercano di posizionare il coaching delle prestazioni in un contesto aziendale.
L’esecuzione della strategia è composta da molti, MOLTI sforzi di esecuzione individuali: una lista infinita di cose da fare presa da persone diverse in momenti diversi.
Il coaching delle prestazioni aiuta questo processo creando l’impegno ed il coinvolgimento necessari per avvicinare all’obiettivo le persone chiave. In altre parole, il coaching delle prestazioni crea, produce, massimizza e razionalizza l’impegno per ottenere il risultato. Questo è diverso dal counseling o dal mentoring.
Vuoi migliorare l’esecuzione della strategia? Migliora le capacità di coaching dei tuoi manager.
Come trovare le risposte ai dubbi sul career coaching
E’ chiaro che il career coaching è il prodotto di diverse forze, la competenza, l’esperienza, la consapevolezza, la determinazione e, soprattutto, la relazione interpersonale che è l’enzima che mette insieme al meglio tutti gli altri elementi.
Quindi quando ci si trova in un momento della propria vita in cui ci si pongono domande su quanto sia possibile crescere professionalmente, o se la nostra vita professionale è davvero soddisfacente anche se la confrontiamo con altre persone che sono nel mondo del lavoro dallo stesso tempo nostro.
Non c’è la via perfetta e la soluzione pronta. L’unica vera raccomandazione che mi sento di spendere con il cuore in mano è questa:
Un percorso di career coaching non deve MAI essere acquistato come se fosse un prodotto qualsiasi, basandosi su caratteristiche, prezzo e valutazioni conseguenti.
Prima di decidere è OBBLIGATORIO parlare con il potenziale career coach.
Solo così sarete tranquilli nella scelta e potrete partire per il percorso con lo spirito giusto (e con le più alte possibilità di successo)
Entrate in contatto con un career coach affidabile, iniziate via mail e passate al telefono o a skype o magari di persona, fosse anche solo per un caffè. Fatto questo la decisione che prenderete sarà comunque quella giusta per quel momento.
Dalle parole ai fatti: prova il career coaching
Il lettore interessato che è arrivato fin qui leggendo questa guida sul career coaching merita un premio!
2 pensieri su “La guida completa al Career Coaching”
Ho trovato l’articolo interessante e ben scritto. Tuttavia vorrei porre una riflessione: sono sia psicologa che navigator, approdata su questo sito perché di recente ho avuto modo di confrontarmi con degli amici che mi facevano notare i punti di contatto tra la mia professione e quella del consulente di carriera. E ho voluto quindi informarmi su quest’ultima professione che di fatto non conoscevo.
Non sono una career coach, e non pretendo di farlo credere. Ma sono sicura che ho ben più di una minima idea di come si cerca lavoro (sia il proprio che quello degli altri), e conosco più che bene quelle che chiama competenze fondamentali (conoscenza del tessuto economico, relazioni con l’azienda, fondamentali di organizzazione aziendale, conoscenza professionale della ricerca e selezione del personale, capacità di ascolto e di valutazione del potenziale). Trovo riduttivo, disinformativo e screditante scrivere che tutti i navigator non sanno cercare lavoro se non tramite una selezione pubblica. Io lavoro nel mondo delle politiche attive dal 2013, mi sono occupata di servizi al lavoro a 360 gradi per enti accreditati, e per due anni ho lavoro in collaborazione con la Provincia e il Collocamento Mirato per l’inserimento lavorativo delle categorie protette. Se sono diventata navigator, di certo non è stato perché non sapevo come altro trovarmi lavoro se non con una selezione pubblica. volevo quel lavoro, ero interessata, e preparata. e non sono l’unica. e per tutti quelli che invece non hanno esperienza sappia che il contratto ha previsto sei mesi di formazione, di cui due in training on the job. Formazione molto ben strutturata e approfondita.
forse sono amareggiata di leggere l’ennesima diffamazione della figura del navigator, ma non vorrei risultare polemica o aggressiva. vorrei solo far riflettere su come spesso quello che si sa dei navigator è veicolato da una stampa interessata a screditare un partito politico, che però di fatto non ha niente a che fare con il lavoro del navigator. E si rischia di distorcere la realtà. è avvilente. ultimamente alla domanda che lavoro fai rispondo “tecnico dei servizi per l’impiego”, che di fatto è la denominazione istat presente sul mio contratto, perché dire navigator vuol dire far affiorare alla mente dell’interlocutore tutti i luoghi comuni che i mezzi di informazione, e in minima parte anche questo suo articolo, contribuiscono a creare.
Se ho frainteso le sue parole rimango a disposizione per un confronto.
Chiara, mi perdoni, sono consapevole che ogni generalizzazione fa vittime innocenti.
La figura dei navigator è ridondante rispetto alle figure che già ci sono nei centri per l’impiego e negli uffici preposti sopravvissuti in provincia. E queste figure esistenti sono più competenti e preparate della maggior parte dei navigator.
I numeri poi sono impietosi, meno del 2,5% delle assunzioni passa dai centri per l’impiego. Come mai, visto che sono servizi gratuiti?
La preparazione che si può ricavare in questo ambito non va molto oltre basi teoriche. C’è una enorme differenza fra il relazionarsi con il facente funzione di responsabile risorse umane per definire la ricerca di un profilo base e discutere a livello di consiglio di amministrazione fra quale dirigente affidare la direzione generale, o, più in piccolo discuter con un dipendente a cui il superiore ha negato un aumento di stipendio.
Stiamo parlando di due realtà completamente differenti, non incompatibili, ma che si muovono in mondi diversi.
E’ stupido ritenere tutti i navigator incapaci a prescindere, ma è anche pretenzioso pensare di conoscere un mondo solo con lo studio e la formazione (la valutazione del potenziale è un esempio: valutare il potenziale comparato fra 5 analisti programmatori non è semplice e se non conosci la materia, che non è la valutazione del potenziale, ma l’analisi e la programmazione, otterrai una attendibilità a livello oroscopo di Paolo Fox. Io dopo più di 30 anni di azienda e di consulenza faccio valutazione del potenziale analitica solo per profili dove ho una solida competenza, diversamente la valutazione la facciamo in team con figure professionalmente qualificate.
E’ un percorso difficile, non automaticamente carico di soddisfazioni, ma se ha l’opportunità inizi un percorso in azienda.